Un altro titolo per questo articolo poteva essere “cinquanta sfumature di bianco”, ma forse avrei avuto problemi col copyright. Di questo colore molto spesso non ci accorgiamo nemmeno, perché è davvero ovunque. Eppure, nello studiare la palette colori per il tuo Brand devi chiederti se davvero questa particolare tinta vi trova posto, e come.
Partiamo da una questione quasi filosofica: ma il bianco è davvero un colore?
C’è chi sostiene di no e definisce il bianco come l’assenza del colore; ma un raggio di luce bianca ha in sé tutte le lunghezze d’onda visibili per l’occhio umano. Allora forse è più corretto affermare che il bianco è l’espressione più estrema del colore?
Credo che la risposta più utile e concreta, per noi che qui dobbiamo solo decidere che colori usare nella nostra comunicazione di Brand, sia: ma chi se ne importa.
Nel comporre la palette colori che vuoi associare alla tua attività e che vuoi fare “tuoi” in comunicazione, sono ben altre le considerazioni da fare.
Cosa dicono di me quei colori? Come mi fanno apparire al mio pubblico? Mi aiutano a spiccare?
E, fra loro, come interagiscono?
Le relazioni fra i colori.
Una tavolozza di diverse tinte deve essere sempre ragionata come un insieme. Non puoi limitarti a scegliere tinte distinte, bastandoti sulla psicologia del colore o sui tuoi gusti personali, senza pensare al modo in cui quei colori appaiono quando sono affiancati.
L’accostamento di due tinte è di per sé un modo di comunicare: due colori analoghi, uno vicino all’altro, trasmettono una sensazione più pacifica e serena rispetto a due colori complementari. I colori non vanno considerati da soli ma sempre in relazione al contesto: questo gli artisti e i designer lo sanno da sempre.
Il punto, poi, non è solo nel significato ma anche nell’opportunità di scegliere colori che, in comunicazione, ci aiutino a guidare l’occhio dell’osservatore lì dove lo vogliamo.
E qui il bianco diventa protagonista.
Il bianco in comunicazione.
Di che colore è lo sfondo di questa pagina web? Bianco. Puro, brillante, intenso come solo il bianco su uno schermo luminoso può essere.
Ho scelto il bianco perché è quella tinta che più di tutte le altre stabilisce un contrasto con gli altri colori. Il testo dei paragrafi in grigio, ma anche il viola purpureo dei sottotitoli e il giallo oro con cui evidenzio i link: ciascuno di essi è perfettamente visibile, proprio perché lo sfondo è bianco.
Il “bianco” è anche lo spazio vuoto; o meglio, lo spazio negativo. Usare con sapienza il bianco ci serve per mettere in risalto gli elementi su cui vogliamo che cada l’attenzione: una call to action, una frase da evidenziare, una immagine molto importante.
Ma il bianco è sempre bianco?
No, ne esistono infinite sfumature – proprio come esistono tante varianti di verde, blu, rosso, giallo, eccetera. Il bianco “puro” per i designer assume tanti nomi: in tricromia è R255, G255, B255; in quadricromia è CMYK. Il codice per il web è #ffffff.
Ma è questo il bianco più giusto per la tua palette di Brand? È un colore molto intenso, brillante, squillante; questi attributi fanno al caso tuo? O, forse, è meglio cercare una sfumatura meno “pura” e più gentile, come ad esempio queste qui?
Su fondo bianco, percepiamo queste quattro tinte come colori molto tenui, ma le chiameremmo: grigio, rosa, giallo, azzurro. Ma che succede se le poniamo su fondi colorati?
Rispetto alle tinte di sfondo, senza nessun dubbio definiremmo quei quadrati “bianchi” e, anzi, avremmo difficoltà a dire che si tratta a tutti gli effetti di tinte diverse. L’importante, come sempre, è considerare la capacità espressiva della tinta, ma anche la relazione che avrà con tutti gli altri colori della tua palette.
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