I colori non si scelgono a caso. Non solo ci sono regole formali, contrasti e affinità fra le varie tinte. No, i colori hanno anche un preciso significato e trasmettono emozioni, sensazioni e messaggi piuttosto specifici. Nel Design – e soprattutto quando si parla di Brand – è importante tenerne conto. In questi articoli approfondiamo un po’ il discorso, tinta per tinta.
Blu. Adattamento dal francesce bleu, che ha la stessa etimologia dell’italiano biavo. È uno dei tre colori primari, insieme al rosso e al giallo. Nello spettro elettromagentico il blu occupa lo spazio tra il ciano e il viola, ed ha lunghezza d’onda fra le minori. Il cielo è blu, perché le molecole di gas che compongono la nostra atmosfera riflettono solo i raggi di luce che portano questa sfumatura. Il mare e le grandi distese di acqua sono blu perché riflettono il cielo.
Breve storia del blu.
Le origini naturali del pigmento blu si rintracciano nei nomi delle varie sfumature: “azzurro” deriva dal persiano “lazhward”, che indicava il lapislazzulo. “Turchino” e “turchese” derivano da “Turchia”, dove questa pietra era molto diffusa. “Indaco” viene da “India” e “celeste” da “coelum”, cielo.
Gli egizi sono stati i primi a usare il blu e lo considerano il colore degli Dei; invece a Greci e Romani non piace per niente, perché blu è il colore degli occhi dei barbari del nord Europa. Bisogna attendere il Basso Medioevo perché questo colore guadagni una nuova fama, trovi spazio nelle pale e nelle opere sacre, diventi il colore associato alla purezza di spirito e la regalità della Madonna, che viene rappresentata con la veste rossa – simbolo di vita, in quanto madre di Cristo – e il manto blu.
Da quel punto in poi, il blu ha acquistato sempre maggiore fama e un sondaggio condotto a livello mondiale nel 2015 ha rivelato che è il colore preferito della maggior parte delle persone. Picasso ha avuto il suo periodo blu, Yves Klein ha creato la “più perfetta espressione di blu”, il I. K. B., e nel 2020 il Classic Blu è il colore dell’anno selezionato dalla Pantone. La storia è interessante e intrecciata all’evoluzione della società, tanto che Michel Pastoureau ci ha scritto un intero libro.
Il colore della serenità.
Studi scientifici dimostrano che il blu normalizza la frequenza del battito cardiaco e induce in uno stato di quiete e rilassatezza. Proprio tutto il contrario del rosso, insomma. Per questa ragione il blu è associato alla meditazione, all’equilibrio, alla pace, al riposo. Inoltre, pari che incentivi, nel cervello umano, l’emissione di onde alfa: quelle che favoriscono la creatività.
Evoca una dimensione onirica; ci fa pensare ai sogni, all’infinito e, in certi casi, ha la connotazione negativa di un colore nostalgico. In inglese “to feel blue” significa proprio essere malinconici, e il Blues – il genere musicale – deve a questo il suo nome.
È il colore con cui da bambini disegniamo l’acqua e, per associazione, ha assunto un significato di freschezza, pulizia, candore – nonché sanità.
Il Blu nel Brand Design.
Anche il blu, come gli altri colori, può assumere diversi significati in base alle sfumature.
Quelle più scure, vicine al nero, parlano di lusso, eleganza, esclusività – ma anche forza e affidabilità. Il blu scuro è usato spesso per banche, istituti assicurativi, aziende tecnologiche. Sfumature più chiare trasmettono invece un significato di freschezza, pulizia, igiene; ed ecco che è perfetto per spazzolini, disinfettanti e pannolini. Ma il blu, come detto, comunica anche un mondo di magie oniriche, fantasia e sogno.
Il blu non è un colore pericoloso: tutti lo amano, induce serenità. Semmai, se ha un difetto, è proprio quello di essere così bonario, tranquillo e quieto. Se vuoi trasmettere energia o dinamismo fai bene attenzione ad usarlo, magari affiancato al suo complementare l’arancione.
Se vuoi leggere altri articoli così, ne ho scritti sul viola e sul rosso.