Quando sei freelance, soprattutto poi se il tuo ufficio ce l’hai in casa, il lavoro ha questa curiosa abitudine di entrare in ogni istante della tua vita. Se ti è già capitato più di una volta di trovarti a rispondere alla mail di un cliente durante una seduta in bagno… beh, direi che è arrivato il momento di rimettere le cose un po’ in ordine, che ne dici?
C’è un film, dei primi anni duemila, che si intitola “La donna perfetta”. La protagonista è una workaholic tutta dedicata alla carriera. Il film in sé lo ricordo poco, ma una scena mi è rimasta impressa nella memoria: una Nicole Kidman che, alla domanda “vuoi forse passare tutta la tua vita in ufficio, pensando solo alla carriera e rinunciando alla vita privata?” rispondeva, disperata e convinta, “Sì!”.
Ecco, questa scena me la ricordo perché all’epoca avevo circa venti, ventidue anni e la mia più grande aspirazione nella vita era proprio quella: ammazzarmi di lavoro, essere sempre nervosa, bere un sacco di caffè, avere un mini-appartamento tutto per me e una vita sociale, come dire… selezionata, ecco.
Oggi, che di anni ne ho trenta, ho cambiato punto di vista. E di parecchio, pure.
Ora che dirigo da sola la mia attività ho imparato che il tempo per sé è necessario, anche per il bene del mio business. E, avendo ormai accumulato un bel po’ di esperienza nell’autogestione e nel lavoro da casa, oggi ti voglio lasciare 4 consigli spassionati, che io stessa ho appreso da altri, per riuscire a tracciare i confini fra il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato a te.
Programma il tempo libero prima di tutto.
Questa buona regola l’ho imparata dalla mia Soulful Mentor Giada Carta e, ti assicuro, quando l’ho sentita la prima volta la mia mente è esplosa. Ka-boom.
In pratica, Giada mi disse di aprire il mio bel calendario, o la mia agenda, e segnare prima di tutto i giorni in cui non avrei fatto proprio un bel niente . Mi disse di indicare i giorni di riposo, quelli che avrei dedicato a viaggi o vacanze, quelli che avrei passato a dedicarmi alla sana e antica arte del girarmi i pollici. Io ascoltavo con occhi sgranati e bocca aperta. Ma come? Avevo sempre creduto fosse giusto il contrario: riempire tutto il tempo che avevo a disposizione di cose da fare, obiettivi da raggiungere, attività da svolgere.
Ed era proprio quello che facevo… chiaro che poi non riuscivo a star dietro a quei ritmi impossibili, mi perdevo cose per strada, ero sempre nervosa e insoddisfatta. Beh, la tecnica di Giada funziona: perché è questo il modo giusto per avere davvero una cognizione realistica del tempo a nostra disposizione, e organizzarlo di conseguenza.
Le tue To-Do List devono essere realistiche.
Dopo che, grazie al sistema di Giada, avrai capito davvero quanto tempo hai a disposizione da dedicare al lavoro, vorrai subito riempirlo di un sacco di attività e cose da fare.
Non farlo.
È molto, molto importante essere molto concreti e realisti: se hai a disposizione due ore non riuscirai a scrivere dodici articoli del blog – a meno che tu non sappia, ma sul serio, che quella attività ti riesce così bene che sei in grado di farlo. Nello stilare le tue To Do List mettici onestà. Meglio segnarti una cosa da fare in meno che una in più: al limite, se proprio ti avanza del tempo potrai sfruttarlo per avvantaggiarti – o per bere una limonata in tranquillità.
Quando dici basta, è basta.
Ma che te lo devo anche dire? Ebbene sì, te lo devo dire perché è facilissimo trascurare proprio questo piccolo, semplice, banale concetto. Quante volte, dopo aver già spento il computer, ti è capitato di ricevere la notifica di una mail sullo smartphone che ti ha spinto a tornare alla tua scrivania? Dai, ammettilo. Io lo ammetto, l’ho fatto. In periodi molto particolari – magari in corrispondenza di un lancio o di una promozione – continuo a farlo.
Però, appunto, si tratta di parentesi temporanee e comunque pianificate. Per il resto, quando arriva l’ora in cui avevi stabilito di posare la penna, fallo.
Riconosci che sì, stai facendo abbastanza.
Per ultimo, ma non da ultimo, ti lascio questo piccolo monito.
Io, per prima, ho dovuto impegnarmi con costanza per abbandonare l’abitudine a credere che se non mi stavo ammazzando di lavoro allora di sicuro non mi stavo impegnando abbastanza, e non avrei quindi ottenuto nulla.
Anche in questo caso la guida di Giada Carta è stata molto importante, per me. Mi ha aiutato a spostare il mio punto di vista su più di un argomento.
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