Se provi a pensare alla voce di una persona cara, sono sicura che immaginerai con più precisione l’intonazione – piuttosto che il suono effettivo, gli acuti e i gravi. Figurerai un Tono di Voce che racconta il sentimento che associ a quella persona. Non sarebbe bellissimo se i tuoi Clienti, pensando al tuo Brand, gli associassero il sentimento giusto?
Ogni essere umano ha una voce, unica e distinguibile. È un po’ l’impronta digitale delle nostre parole. È l’impronta vocale, ecco.
Anche un Brand dovrebbe avere una voce unica e distinguibile. Quanto sarebbe bello se i tuoi Clienti riconoscessero quella della tua attività al primo ascolto, proprio con la stessa sicurezza con cui riconosco quella del mio ragazzo, di mio papà, dei miei amici più cari?
Sì, sarebbe bello. Anzi, sarebbe proprio una figata.
In questo articolo ti ho già parlato di cosa sia il Tono di Voce e di quali e quanti motivi ne fanno uno strumento fondamentale per la Brand Awareness. Oggi voglio lasciarti un paio di consigli, anzi: dei veri e propri esercizi utili ad allenare la Voce.
Conosci te stesso, e l’altro.
Ti faccio al volo questa piccola premessa: per comunicare in modo felice l’identità del tuo Brand devi per forza sapere quale essa sia. Al netto di riflessioni psicoqualcosa e domande esistenziali, è evidente che l’analisi e lo studio strategico della Brand Identity sia il primo passo da fare. Concentrati sulla Missione e tieni presente che qualsiasi cosa il tuo Brand dice, deve ricondurre a quella.
D’altra parte, devi anche conoscere bene il tuo interlocutore. Immagina di raccontare le tue vacanze di Natale ad un gruppo di bambini; e, poi, immagina di raccontare le stesse vacanze al tuo Capo. Vero che sceglieresti episodi, parole e un tono di voce diverso? Ecco perché devi anche studiare le tue Buyer Personas.
Per aiutarti in questo ho creato un mini-corso gratuito che puoi fare in autonomia: si chiama Filo Rosso e ti aiuterà a riconoscere il tuo Cliente Ideale, e anche ad intrecciare con lui una splendida relazione.
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Esercizio 1: scalda la voce.
Nemmeno Eddie Vedder (aka una delle voci più meravigliose di sempre) sale sul palco e fa la sua magia senza aver un po’ sciolto le corde vocali. Lo stesso vale per te, e per il tuo Brand. Prima di pubblicare i tuoi articoli sul blog o condividere post su Facebook, allenati ad usare la Voce.
Hai presente la tua Missione di Brand (cielo, spero proprio di sì)? L’esercizio che ti propongo è di scriverla in tre, quattro, dieci versioni diverse – adottando di volta in volta una personalità nuova. È un gioco delle parti: scrivila come se fossi Lord Grantham da Downtown Abbey, e poi interpretando Lady Gaga. Scrivila come se fossi l’oste di una fraschetta dei Castelli Romani e poi come un gondoliero veneziano… Scrivila un po’ come ti pare,
interpreta parti diverse e gioca.
Poi, però, devi rientrare nei tuoi panni. Esplorare personalità diverse deve servirti a notare come il Tono di Voce sia importante e a scaldare il “muscolo” della creatività. Quindi, alla fine dei giochi, riprendi il foglio e scrivi la tua Missione, così come è giusto esprimerla.
Esercizio 2: scegli con cura le tue parole.
Nello studiare il Tono di Voce del Brand è utile costruirsi un vero e proprio vocabolario, una raccolta di termini ed espressioni a cui fare ricorso spesso e volentieri – e identificarne invece altre che sarebbe meglio non usare.
Per esempio, io utilizzo spesso termini presi in prestito dal vocabolario di giardinieri e contadini – come “coltivare”, “fertile”, “sbocciare”. Li scelgo perché hanno una stretta relazione col significato di Nemawashi e perché descrivono bene quell’idea di cura e amore che io intendo infondere nel mio lavoro. D’altra parte evito quelle espressioni un po’
aggressive che spesso appesantiscono i discorsi sul Marketing. “Conquista il target”, “diventa il leader indiscusso”, “vinci la battaglia”… Sono tutti modi di dire legittimi e validi ma non assomigliano affatto al mio modo di fare e intendere il Branding.
(Poi, vabbè, cerco di ridurre l’uso di avverbi che finiscono in -mente perché Gabriel Garcia Marquez in Vivere per Raccontarla dice che impoveriscono la frase, ma non sempre mi riesce…)
Il secondo esercizio che ti suggerisco oggi è questo: prendi un bel foglio di carta e scrivi (sì sì, a mano!) la Lista delle Parole Sì, e la Lista delle Parole No. Da una parte includi quei termini e quei modi di dire che arricchirebbero la tua comunicazione, gli darebbero il giusto carattere e ti aiuterebbero ad assumere il ruolo che vuoi nella mente della tua audience. Dall’altra, invece, elenca quelle parole che non assomigliano al tuo Brand, che raccontano il messaggio sbagliato.
Esercizio 3: leggi, studia, parla.
Questo ultimo compito che ti assegno è quasi banale. Quasi, appunto. Il linguaggio è simile ad un muscolo: se lo tieni in allenamento funziona meglio. Addirittura, ha una memoria. Quale è la migliore palestra per tenere in forma la facoltà verbale? Ecco la tua scheda di allenamento.
> Warm Up: la lettura.
“I grandi poeti imitano e migliorano, mentre quelli piccoli rubano e si rovinano”.
William Denry Davenport Adams
Il grande patrimonio letterario a cui puoi attingere in una qualsiasi libreria non è solo un bellissimo passatempo; eh no, è un vero e proprio strumento per arricchire il tuo vocabolario, imparare a formulare una frase, a giocare con i termini e ad usare il linguaggio. Leggi, e rifletti su come i grandi autori usano le parole. Imita le loro tecniche e adattale al tuo scopo.
> Tonificazione: lo studio.
“Un perché scritto con l’accento sbagliato è come il prezzemolo in mezzo ai denti: non è una tragedia, però non è bello”
Sofia Ambrosini
Usare l’apostrofo in sostituzione dell’accento è un po’ la piaga dei nostri tempi. Ti prego, non farlo. Ogni tanto è cosa buona e giusta spolverare la nostra conoscenza della grammatica: è vero che al supermercato non parliamo come un libro stampato e infatti non voglio che il tuo Brand inizi a farlo (a meno che non sia quella la personalità giusta per lui). Però, per favore, la grammatica usiamola bene.
> Stretching: l’esercizio.
“La pratica mette cervello nei muscoli”
Sam Snead
Qui ci sta poco da dire: dopo aver letto e studiato, è il momento di applicare. Non farlo solo quando scrivi un tema a scuola o ti rivolgi al tuo superiore, fallo sempre. Trova il tuo stile, lascia che ti arricchisca ma quando parli, o scrivi, fallo con intenzione. Fallo con passione. Fallo nel modo migliore.