RGB, CMYK, HEX/HTML… Ti è mai capitato di trovarti davanti questa sigla? Se ti occupi della comunicazione e del Marketing per la tua attività, è probabile di sì: perché queste sigle si riferiscono a diversi sistemi di catalogare e riconoscere i colori. Sì, anche quelli del tuo Brand.
L’occhio umano è una macchina così complessa che ho rinunciato a capirla del tutto. Ci sono voluti centinaia di migliaia di anni di evoluzione, da quando eravamo tutti protozoi immersi nel brodo primordiale ad oggi, per fornici uno strumento così sofisticato.
Se mi fermo a ragionare su quale infinita varietà di colori, sfumature, toni siamo in grado di percepire, te lo giuro, mi esplode la testa. Siamo davvero fortunati, e non solo per l’occhio ma anche per la mente che abbiamo: perché siamo stati così bravi da imparare a replicare i colori e di usarli per comunicare sulle pareti di roccia di una caverna, sulle pale di legno dietro ad un altare, e sullo schermo di un computer.
Guarda questa pagina web: quanti colori ci sono, già solo qui dentro?
Ok, come avrai capito sono una grandissima fan dei colori e anche di Madre Natura, ma tu non sei qui per questo. No: tu sei qui per capirci qualcosa di più dei Metodi Colore.
Metodi Colore: a cosa servono?
Come detto, il nostro occhio vede un sacco di colori. Ma trasferirli su un supporto è tutta un’altra storia.
Nel corso dei secoli gli scienziati hanno capito che la percezione dei colori dipende dalla luce e dalla scomposizione di un raggio bianco in differenti frequenze d’onda che corrispondo a certi punti dello spettro luminoso.
Gli artisti hanno anche notato che se mischi due colori ne esce fuori un terzo e, a furia di sperimentare, abbiamo individuato veramente un sacco di combinazioni.
È qui che abbiamo sentito l’esigenza di classificare queste combinazioni: così che fosse possibile replicarle esattamente. I vari Metodi di Colore rispondono proprio a questa esigenza e sono specifici per diversi supporti.
Ognuno di questi linguaggi è, in sostanza, una ricetta per tirar fuori il colore giusto. Hai presente quando giocavi coi tubetti di tempera? Un Metodo Colore sarebbe la misura esatta di quel che mischiavi per ottenere una nuova tinta.
Perché esistono tanti Metodi Colore?
Ricordati che, in ogni caso, la nostra percezione del colore dipende dall’occhio e dalla luce. E non tutti i supporti riflettono la luce allo stesso modo. Un foglio di carta è diverso dallo schermo di un computer e, di conseguenza, il modo in cui noi vediamo i colori è differente.
Se per stampare tantissime sfumature sono sufficienti tre colori primari, sullo schermo ne usiamo quattro. Infatti, stampiamo usando il Metodo della Tricromia (RGB) ma quello che vediamo sul computer è in Quadricromia (CMYK). Questo è il motivo per cui a volte ciò che stampi non è proprio proprio uguale a quel che vedi sul PC. E questo è il motivo per cui ti è utile conoscere questa classificazione.
I Metodi Colore che ti interessa conoscere.
Ormai avrai indovinato che di questo argomento potremmo parlarne per ore, ma non è il caso. Quello che ti interessa sapere, se gestisci la comunicazione del tuo Brand, è: di quali Metodi Colore devono conoscere l’esistenza? Io ti parlerò solo di quattro.
RGB: questa sigla sta per Red, Green and Blu e si riferisce alla Tricromia. È il sistema attraverso cui si formano tutti i colori che vedi sullo schermo del computer, dello smartphone o in TV. Quando elabori una grafica per il tuo Sito Web, o un contenuto per i Social, fai riferimento a questi colori.
CMYK: questo è l’acronimo di Cyan, Magenta, Yellow and Black. Il metodo della Quadricromia è quello usato per la stampa quindi è bene farvi riferimento ogni volta che impagini una brochure, un biglietto da visita… o qualunque cosa sia fatta con l’inchiostro.
HEX/HTML: questo linguaggio serve a comunicare i colori online; non mi intendo di linguaggio HTML, quello con cui vengono scritti i codici dei nostri Siti Web; ma so che ogni colore ha un suo nome, in questo linguaggio; ed è formato da un # seguito da un codice alfanumerico di sei fra lettere e numeri.
Pantone: ti ho detto che la stampa viene fatta con la combinazione di quattro colori primari, nel Metodo CMYK. Ed è così, nel 99% dei casi. Però le stampanti non sono tutte uguali, a volte capita che una cartuccia è un po’ secca e le impostazioni non sono perfette… e quando grandi aziende producono centinaia di migliaia di euro di materiali – pensa, non so, alle confezioni della Pasta Barilla – tu capisci che ci tengono parecchio che il colore sia proprio azzeccato. Che si fa, allora? Si ricorre ad una Tinta Piatta. Sono barattoli di colore che rispondo ad un codice ben preciso; caricando quelli nella stampante hai la garanzia che il tuo pacco di pasta sia sempre proprio del colore giusto, che tu l’abbia prodotto a Roma o a Nuova Delhi (oh, io qui ti ho semplificato la questione ma… di base, è questo il punto).
Se sei un piccolo imprenditore, un freelance o un solopreneur… Se, in altre parole, ti occupi della comunicazione per la tua attività ma non hai velleità da Graphic Designer, questo è quanto ti basta sapere: che per ogni supporto c’è il Metodo Colore giusto e che i quattro che ti ho elencato saranno per te sufficienti.
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