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Psicologia della percezione nel Brand Design: di cosa parlano le immagini.

Una forma non vale l’altra. Nel progettare un Logo, bisogna tenere conto di considerazioni molto più tecniche e approfondite rispetto ad un semplice “mi piace”. Le forme, l’uso che se ne fa e il modo in cui interagiscono fra loro trasmettono messaggi sottili ed emozionali.

Diciamoci la verità: ormai quasi chiunque può fare un Logo. Basta installare sul proprio pc un software di grafica vettoriale (magari, dopo averlo scaricato craccato e senza pagarne la licenza), mettere insieme disegni e colori et voilà. Les jeux sont fait.

… davvero?

No, uno strumento non basta. Proprio come non basta il trapano per curarti dalle carie, ma è necessario affidarsi ad un dentista che abbia studiato.

Un Logo – così come, in effetti, qualsiasi altra forma grafica – è fatto di forme. Linee, punti e superfici. Quadrati, triangoli, cerchi; angoli retti, angoli smussati; curve, o rette.

Ognuna di queste cose che ho elencato ha una sua voce, un messaggio e un modo di parlare. Quando il nostro occhio è posto davanti ad un cerchio, il nostro cervello reagisce in modo diverso che se guardassimo un triangolo. Lo sapevi?

Per le forme, le cose funzionano in modo simile che con i colori: c’è una scienza, dietro, e non basta mettere insieme cose a caso per fare un Logo.

Le forme hanno un loro modo di funzionare.

Da quando l’uomo delle caverne si è espresso, per la prima volta, in una forma d’arte, esiste un modo di percepire le immagini che non è più solo “vedere”.

Ora… questo è un argomento sconfinato e non può essere riassunto in un articolo di questo genere. Del resto, nemmeno voglio. Se, però, è un argomento che ti può interessare, ti consiglio senza dubbio la lettura di Figure – Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram di Riccardo Falcinelli. Sì, anche se non sei una addetta ai lavori. È davvero un bel libro.

Mi piace il sottotitolo di quel libro perché introduce un punto di vista spesso ignorato: le immagini funzionano in un certo modo. Se, all’interno di un quadro, noi mettiamo il soggetto al centro, stiamo dicendo una cosa; se lo mettiamo spostato dal centro, ne stiamo dicendo un’altra.

Questa, che le immagini – e quindi le forme – abbiano un significato intrinseco, è la cosa da tenere in considerazione quando si progetta un Logo.

La Psicologia della Percezione nel Brand Design.

Una prima discriminante per orientarsi nel decidere quale forma è migliore per rappresentare, graficamente, un Brand è questa: stabilità, o dinamismo?

Il Marchio cosa deve comunicare? Come deve raccontare l’azienda? Voglio che ne descriva la solidità, una sorta di mole granitica, di fermezza – oppure voglio rappresentarla come scattante, in movimento, veloce?

Non sono domande da poco, perché caratteristiche di questo genere rappresentano, in effetti, i valori di un Brand.

Scegliere un quadrato – una forma che parla di staticità – è molto più di una questione stilistica e, di certo, non ha nulla a che fare con un “mi piace di più”. È una scelta che riguarda il significato, non solo il significante.

È necessario conoscere e comprendere il funzionamento delle forme, per progettare un Marchio. Ecco perché non basta uno strumento; ecco perché scaricare un software sul computer e pensare di poter disegnare un Logo è come avere un trapano in mano e credere che questo ci trasformi in dentisti.

Come capire se il tuo Logo ti descrive davvero?

Ma, tu che non sei una designer e non hai mai studiato la Psicologia della Percezione, come puoi capire se il tuo Logo, con le sue forme, ti racconta nel modo giusto?

Facilissimo: a istinto.

Proprio perché quelle forme hanno un modo di parlarci che va dritto alla parte più antica del nostro cervello – così come fanno i colori – la nostra mente è programmata per comprenderne il messaggio. Guarda una immagine e chiediti, a pelle, cosa ti dice. Se inizierai a ragionarci troppo e a metterci ulteriori sovrastrutture finirai, con ogni probabilità, per confonderti.

La prima impressione è quella che vale.

Anche perché, un Logo ha proprio solo quel tempo lì per funzionare. Il tempo di un’occhiata.

P.s. Se vuoi iniziare a costruirti una immagine che parli di te, ma non hai ancora voglia (o budget) per affidarti ad un professionista, il mio consiglio è di non partire dal Logo. Piuttosto, sfrutta i colori e altri piccoli strumenti accessibili e facili da usare. Puoi iniziare in autonomia con questo mini-corso gratuito via mail.

 

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