Un Marchio non ci appartiene davvero fino a che non lo registriamo. L’avvocato Valentina Fiorenza è stata così gentile da spiegarci perché è davvero importante tutelare il nostro Brand, col suo modo aperto e comprensibile di illustrare il Diritto.
Valentina Fiorenza è The Blond Lawyer e il destino l’ha messa sulla mia strada un paio di mesi fa, proprio quando pensavo che dovevo iniziare a cercarmi l’avvocato giusto per me. Le ho commissionato la stesura della nuova Policy di questo sito e per la Newsletter e in futuro avrò ancora bisogno di lei.
Valentina mi è piaciuta subito perché, come me, crede nel valore dell’educazione orizzontale, della rivoluzione gentile, del “fare tutti un poco di più”. Ha un profilo Instagram che vi consiglio di andare a seguire, perché The Blond Lawyer regala lezioni di Diritto (e di vita) e tutti abbiamo bisogno di sapere come tutelarci e come tutelare il cliente, l’assistito, il prossimo.
La registrazione di un Marchio.
Ho chiesto a Valentina di scrivere due parole su questo argomento importante.
Occupandomi di Branding mi capita spesso di parlarne. I miei clienti mi chiedono se mi occupo di questo aspetto. No, non lo faccio. A grandi linee so come funziona ma sono convinta che sia sempre meglio affidarsi al professionista giusto: una graphic designer specializzata in brand quando si tratta di progettare, un avvocato super in gamba quando è il momento di registrare.
Ma basta ciarlare. Vi lascio alle parole di Valentina, che valgono 100 delle mie!
Di marchi, registrazioni e tutele.
Si dice spesso che capiamo il valore delle cose quando le perdiamo.
È quello che spesso accade con la nostra identità visiva, con il nome o il logo che ci rappresenta.
Professionisti o piccole aziende utilizzano tutti un nome, uno pseudonimo nelle loro trattative commerciali, nella loro attività d’impresa.
Fila tutto liscio fin quando arriva qualcun altro, nello stesso settore commerciale, si fa un giretto in Camera di Commercio e registra proprio quel marchio, quel nome o quel logo.
E poi che si fa?
Niente, si buttano alle ortiche anni di sacrifici.
È vero, esistono in diritto alcune tutele per l’uso precedente di un marchio non registrato ma a specifiche condizioni: ad esempio che questo uso si riesca a provare (e non si prova dicendo “ma io lo usavo da prima che questa cretina arrivasse!”) e in relazione ad un’area geografica precisa.
Insomma, c’è da impelagarsi in rogne grandi, molto grandi e molto costose.
Qual è la soluzione?
Registrare il tuo marchio.
Con la registrazione presso i pubblici registri ottieni una privativa per 10 anni in un determinato settore commerciale.
In questi 10 anni hai la possibilità di capire se le cose tra voi (te, e il tuo marchio) funzionano, se la tua azienda cresce e se quello è il tuo futuro.
Nel frattempo, nessuno potrà utilizzare impunemente quel marchio. Potrai legittimamente diffidare chiunque da un utilizzo non autorizzato.
Fico, vero?
E soprattutto, semplice.
Se credi nel tuo lavoro e nel tuo potenziale, tutelalo, perché nessun altro lo farà per te.
E, per una volta, accetta il consiglio. 😉