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Perché è positivo fare buon uso dello spazio negativo.

Fotografi, grafici, architetti, artisti… Chi si occupa di Design, in qualunque forma, conosce bene l’importanza del vuoto. Non si tratta di un concetto astratto né filosofico; il vuoto è lì ed è ben visibile… e fa tanta paura ad alcuni. Sembra che, per qualcuno, non occupare ogni centimetro quadrato di un foglio sia peccato capitale. Ma non è così. In questo articolo ti spiego perché bisogna lasciarsi alle spalle l’Horror Vacui.

Se hai già letto qualche altro articolo del Blog (ad esempio questo dove ti spiego la differenza fra immagini raster e vettoriali) o magari mi segui sui Social, probabilmente sai già che credo molto nel condividere le proprie competenze. Se posso insegnare qualcosa allora mi sembra giusto farlo; se posso imparare qualcosa da te, mi sembra giusto farlo.

Detto questo, capirai che nel mio lavoro cerco sempre di passare al cliente qualche nozione su quel che sto facendo. Se riesco a farlo ottengo due grandissimi risultati: guadagno punti karma perché ho fatto del bene (!!!) e faccio comprendere a chi mi paga tutto ciò che c’è dietro ad un lavoro.

Poi a me piace lavorare insieme al cliente – non semplicemente per esso. Perciò, se mi vengono fatte richieste che per qualche motivo ritengo scorrette, io non dico solo “No” e di certo nemmeno “Sì, subito” (che è pure peggio) ma cerco di spiegare i perché e i percome quella scelta andrebbe ad inficiare la qualità del prodotto.

Questa lunga premessa era necessaria? Probabilmente no. Ma volevo raccontarti che una delle cose che mi trovo più spesso a spiegare (con un tasso di successo del 43% circa) è che lo spazio vuoto non è sprecato né inutile.

Aspetta, voglio ripeterlo.

Lo spazio vuoto non è sprecato né inutile.

Spazio negativo, spazio vuoto, spazio bianco.

Sono tutti nomi che si riferiscono alla stessa cosa: quella porzione dell’area di una immagine o di un foglio che non è occupata da un soggetto o un contenuto.

Ad un’occhiata distratta, tutto questo Nulla intorno al simpatico uccellino sembra spazio sprecato.
In realtà, però, lo spazio negativo serve a definire il soggetto e a metterlo in risalto, perché spinge l’attenzione di chi guarda verso il centro focale della foto. Ciao, uccellino! Guarda ora la stessa foto ritagliata.

Con questo esempio ti renderai facilmente conto della differenza: la prima foto è molto più comunicativa, racconta una storia ed è equilibrata.
Lo spazio negativo serve a guidare lo sguardo attraverso una composizione, sia essa una foto, un manifesto, un Sito Web o un piccolo biglietto da visita.

Lo spazio negativo nel Graphic Design.

In uno strumento progettato da un grafico, l’equilibrio fra spazi pieni e spazi vuoti è spesso la misura con cui si può indovinare se il lavoro è stato svolto da un professionista o un sedicente tale. È un problema di “horror vacui”, la paura dello spazio vuoto che potrebbe essere interpretato come mancanza di idee o contenuti.

E invece, come ormai hai capito, lo spazio negativo è essenziale per veicolare in modo efficace un messaggio. Inoltre, l’idea che lo spazio vuoto sia solo vuoto e quindi inutile non è corretta. Oltre alla sua funzione principale, che è quella di mettere in risalto il soggetto, lo spazio bianco ha anche altre importantissime doti.

Pensa alla Legge della Prossimità: tendiamo a considerare elementi ravvicinati fra loro come facenti parte di un gruppo e pensiamo che abbiano qualcosa in comune. In casi come questo, l’uso consapevole e misurato dello spazio negativo è importante; se infatti sbagliassimo a valutare le distanze rischieremmo di alterare il significato di una composizione.

Anche nell’impaginazione di un testo, lo spazio bianco è determinante per la fruibilità dello stesso. Pensa alla distanza fra i paragrafi e le colonne o, ancora, alla dimensione dell’interlinea: una perfetta spaziatura – non troppo piccola, non troppo grande, è essenziale per una lettura piacevole, scorrevole, che non affatica l’occhio.

Per tutti questi motivi è importantissimo progettare sempre una griglia grafica – o gabbia – su cui poi andare a disporre gli elementi di una composizione. Per assicurarsi di ottenere sempre un buon equilibrio possiamo aiutarci con un layout basato sulla Sezione Aurea.

Lo spazio bianco
va considerato come un elemento attivo,
non come uno sfondo passivo.

Parole santissime di Jan Tschichold.

Spazio negativo nel Branding.

C’è di più: molto spesso lo spazio negativo diventa soggetto. Succede quando lo spazio bianco e lo spazio nero si “incastrano” a formare due disegni diversi, e questo crea nell’osservatore un senso di scoperta e sorpresa. Ma sì, dai! Hai presente quei disegni che trovavamo nei libri di testo alle scuole medie, con illusioni ottiche? Quello della giovane donna che, se guardato meglio, mostra anche il viso di una vecchia?

Ecco, questo giochino è spesso usato anche nella costruzione di Marchi e trovi qualche esempio interessante a questo link.

Quindi, spero che questo articolo ti sia stato utile per capire che lo spazio “vuoto” non è – come dicevo prima – sprecato né inutile. Anzi, svolge un ruolo importantissimo per l’equilibrio e anche la comprensione dell’elaborato grafico. Ricordatelo, la prossima volta che quell’angolo bianco di foglio ti farà paura.

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