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Per far crescere il tuo business ti serve una Visione.

Poco più di un anno fa le cose erano molto diverse per me e per Nemawashi Studio. Avevo le idee confuse, il conto in banca in discesa libera e la fiducia verso il genere umano ai minimi storici. Ho aperto la Partita IVA senza sapere bene perché mi sentissi spinta verso quella strada, né chiedermi davvero cosa volessi fare da grande. All’inizio le cose non sono andate bene, ma poi qualcosa è cambiato…

Allora, siamo pronti a partire? Nel titolo te l’ho detto con chiarezza: se vuoi che la tua attività abbia un successo strepitoso devi avere una Visione. Bisognerà quindi inoltrarsi nella giungla tropicale, scovare un antico santuario e superare tre prove pericolosissime perché lo sciamano ti dia la sua pozione magica.

… ok, ovviamente ti prendo in giro. La Visione del tuo Business la puoi avere anche in luoghi molto più confortevoli, tipo il tuo divano di casa. Basta che ti concedi il giusto tempo per provarci. Possono essere sufficienti dieci minuti, o forse ne serviranno trenta o quaranta. L’obiettivo è immaginare, quanto più nel dettaglio possibile, come cambierà la tua vita se, nel tuo lavoro, tutto andasse proprio come vorresti. Se da questo momento in poi ti arrivassero proprio i clienti che desideri, e nel numero che vuoi; se riuscissi a concentrarti solo suoi tuoi prodotti o servizi preferiti; se iniziassi a guadagnare così tanto da poter reinvestire cifre infinite in formazione, collaboratori, strumenti, materiali… Insomma, se l’Universo congiurasse per darti proprio tutto quello che vuoi – professionalmente parlando – che aspetto assumerebbe il tuo business? E come cambierebbe la tua vita?

Quella Visione, in sostanza, dovrebbe diventare il tuo mega obiettivo a lungo termine.

Oh… ti ho detto che la Visione puoi averla pure in luoghi confortevoli ma non fraintendermi: non è una cosa facile e, soprattutto, non è per niente innocua. Perché, una volta che l’avrai incontrata, può incasinarti tutto.

Come vanno le cose senza una Visione?

Ora ti racconto un pezzetto della mia storia come solopreneur.

Intanto, devi sapere che quando ho aperto la Partita IVA mi son sentita spinta, soprattutto, da due forze primordiali: la paura, e l’intuito. La prima l’avevo riconosciuta e aveva anche un nome: conto in banca. Avevo lasciato il posto fisso in Agenzia già da un po’ e i lavoretti saltuari provati nel frattempo non mi avevano certo aiutato, a livello finanziario.

All’intuito, invece, non avevo dato peso. Puoi bene immaginare come tutta la mia attenzione fosse concentrata sulla paura. Quando cercavo di spiegarmi perché avessi scelto di fare un salto grosso come quello di aprire la Partita IVA, invece che trovarmi un posto da commessa in qualche catena di fast fashion, mi dicevo che ero troppo vecchia e nessuno mi avrebbe assunto per un lavoro del genere; che nella cittadina dove vivo c’era poca speranza; che l’ultima esperienza al pubblico risaliva a troppi anni prima… Insomma, mi riempivo la testa di scuse cercando di sembrarmi razionale. Trovavo tutti i modi per non ascoltare il mio intuito.

Che quello, sai, a volte può fare paura.

Così è andata che ho aperto la Partita IVA senza fermarmi neppure un istante a chiedermi: perché? E nemmeno: cosa voglio realizzare? Avevo solo fatto la lista delle mie competenze e avevo deciso che le avrei offerte tutte perché così credevo di attirare un numero più grande di possibili interessati ai miei servizi.

Cazzata.

Specializzarsi in tutto vuol dire non specializzarsi in niente. E cercare di parlare a chiunque significa non rivolgersi bene a nessuno. E, infatti, i primi tre o quattro mesi di attività sono stati negativi. Non solo non stavo ingranando ma ero anche scontenta, perché accettavo di lavorare su progetti o argomenti che non mi appassionavano affatto – anzi.

Trovare la mia Visione ha cambiato tutto.

A quel punto l’intuito è tornato a galla e questa volta è stato impossibile non ascoltarlo. Mi ha fatto vedere che non mi stavo muovendo in nessuna direzione precisa proprio perché non avevo mai stabilito quale fosse la mia destinazione.

Che per realizzare un obiettivo è necessario, prima, individuarlo. Scritto così sembra la cosa più banale del mondo, vero? Credimi, capirlo è stata una rivelazione.

Così mi sono fermata un istante. Ho tirato il freno. E ho chiesto aiuto a qualcuno che poteva guidarmi, perché molto spesso certi percorsi non possiamo farli da soli o continueremo a ripetere gli stessi errori. Una voce esterna, imparziale e onesta, serve a mettere in luce i nostri meccanismi di auto-sabotaggio. Io mi sono trovata una Mentore e la prima cosa che abbiamo fatto è stata proprio lavorare sulla Visione.

Ho capito cosa volevo fare da grande, chi volevo aiutare col mio lavoro e, soprattutto, ho capito perché. Questo mi è servito per costruirmi un Brand più forte, per imparare a rivolgermi solo alle persone giuste con un messaggio puntuale; mi è servito per ottenere credibilità, guadagnare chiarezza di intenti. Inoltre, ora ho un piano: ho le idee chiare su cosa voglio costruire in un anno, in tre, in cinque, dieci… E, sapendo questo, ho potuto stabilire le mie tappe.

Quando insisto sull’importanza della Visione lo faccio perché ho imparato sulla mia pelle il suo valore. Credimi se ti dico che fare il percorso nel giusto ordine e cominciare proprio da lì, dalla Visione, ti aiuterà a partire nella direzione migliore; a me sono serviti mesi per correggere il tiro. Ma, se anche tu fossi in una situazione simile alla mia, non è troppo tardi per rimediare, per ritrovare la rotta. Non è mai troppo tardi.

Se, alla fine di questo lungo articolo, hai deciso che anche per te è arrivato il momento di lavorare sulla tua Visione, ma non sai proprio da dove cominciare… ho qualcosa per te. Ho creato una workbook gratuito per costruire la tua Vision Board in modo ispirato ma anche funzionale. Compila il modulo e ricordati di confermare l’iscrizione tramite la mail che riceverai al volo.

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